COS’È OMILIA

“Omilia” è un nome inventato. Ma non del tutto.
Volevamo creare un gruppo di cittadini, donne e uomini, impegnati nella vita civile per contribuire a migliorarla.
Volevamo un nome che esprimesse l’idea che anche un gruppo di persone piccolo ma ben motivato possa conseguire risultati utili a tutti.

Ci imbattemmo in un testo storico greco che parlava della battaglia delle Termopili e sembrava definire il drappello dei 300 di Leonida come una “omilìa”.
Così pensammo di aver trovato il nome giusto, salvo accorgerci più tardi che la parola era invece riferita alla “moltitudine” dei Persiani, battuti quella volta dai pochi eroi Spartani: avevamo scelto una parola che voleva dire il contrario di ciò che volevamo esprimere.
E allora abbiamo deciso di cambiarle l’accento e tenerci il nome: così nacque “Omìlia”.

L’idea è di fornire ai soci uno strumento di dialogo interno per evolvere personalmente e migliorare la propria capacità di comprendere la società in cui siamo attivi, unito ad una costante azione anche verso l’esterno, con iniziative di vario genere, per contribuire al miglioramento del dialogo civile e della formazione delle scelte nella società.
Le linee operative di Omìlia si compendiano nel nostro motto:

“vigilare, sostenere, proteggere”.


Ognuna di queste tre parole contiene idee operative, etiche, politiche, che si possono leggere in senso personale o collettivo: sono le tre linee di azione di Omìlia.
Abbiamo circoscritto quelle parole al simbolo di Omìlia, una sorta di trittico di anelli incatenati, tricolori nel segno della bandiera italiana, la nostra Patria insieme all’Europa, che si è forgiato partendo dal “Triskel”, l’antico simbolo celtico dell’amicizia.
Il richiamo celtico non è casuale: vale a ricordare che il modello culturale cui apparteniamo e che sosteniamo è quello generato dal pensiero classico occidentale, che implica tolleranza e dialogo con tutti ma fermezza di principi e di finalità civili, quali la Libertà e la Solidarietà, la Democrazia e il Diritto.
Così Omìlia ha scelto tre principi fondamentali da sostenere e sulla cui effettiva affermazione vigilare:

“Legalità”, “Merito” e “Adogmaticità”.